Genga, Dōga e Celga – differenze e approfondimenti
Questa sezione del sito doveva inizialmente essere condensata in Guida all’animazione, ma poiché il grande approfondimento sulle varie differenze tra disegni avrebbe comportato un allontanamento dal tema principale della guida, abbiamo deciso di rimandare il tutto ad un secondo momento.
La premessa è d’obbligo in quanto in questa pagina non ci soffermeremo ancora a spiegare cosa sia un Celga, un Genga o un Dōga, ma analizzeremo unicamente le loro caratteristiche, effettuando anche comparazioni.
Se quindi siete interessati alla definizione delle varie nomenclature che trovate qui riportate o alle fasi di realizzazione di un Anime, vi rimandiamo direttamente alla nostra guida (visionabile cliccando qui).
Per la creazione di questa sezione ci aiuteremo con immagini provenienti prevalentemente dalle nostre collezioni private. Quando non sarà possibile questo, i crediti dei siti da cui abbiamo attinto verranno riportati alla fine della pagina.
Passaggi fondamentali
Ogni scena, prima di essere realizzata, deve essere strutturata in maniera che rispetti l’originale impostazione che il regista ha definito nell’E-konte dell’episodio. Generalmente spetterà al direttore dell’animazione creare il Layout di base della scena che sarà il riferimento fondamentale per gli altri passaggi. Il Layout può essere anche creato dal regista stesso o da Genga-man di grande esperienza, la cui figura professionale il più delle volte si sovrappone a quella dello stesso Sakkan. Nel Genga sarà creato unicamente il disegno base del personaggio, mentre lo sfondo sarà affidato ad un altro team di lavoro, che avrà comunque come base lo stesso Layout.
Nel caso specifico delle immagini qui sotto riportate, il Layout è stato creato dal direttore Yamazaki Noriyoshi, mentre il Genga da Ishikawa Osamu.
Su foglio giallo sottile viene apportata la correzione del Sakkan sul Genga. In questo caso è possibile vedere come, a differenza dell’impostazione iniziale immaginata nel Layout, il lavoro del Genga-man non sia riuscito a ricreare a pieno lo stile del direttore, che ne modifica importanti elementi, come la muscolatura, i capelli e l’espressività del personaggio.
Grazie a queste direttive artistiche, la scena può essere affidata al Dōga-man, che unisce in unico disegno dal tratto netto e definito il Genga e le sue eventuali correzioni, con riferimenti inoltre ad ombreggiature e colorazione. Successivamente, il lavoro unito dei responsabili dei Cel, coloristi e sfondisti crea il disegno su Cel da applicare sul suo rispettivo Background.
Il direttore delle riprese, infine, segnerà con una matita di un colore che possa risaltare sullo sfondo la posizione ideale del Cel attraverso i fori presenti in cima ad esso. Solo a questo punto, ovvero quando il disegno non subirà più alterazioni, sarà possibile fotografarlo imprimendolo su pellicola, e farlo così diventare finalmente il Frame definitivo della puntata.
- Layout
Sono la riproduzione fedele e di grande formato dell’impostazione della scena creata dal regista nello script o E-konte.
Il più delle volte può affidati ai direttori dell’animazione, i Layout presentano la scena con i tagli d’inquadratura che saranno presenti una volta che il Frame sarà impresso su pellicola. Costituendo la base del lavoro di diversi animatori, quando i movimenti del personaggio non saranno totalmente chiari, il Sakkan segnerà sul foglio delle note per facilitare la comprensione della scena.
Nel caso specifico, ecco cosa riporta il Layout creato da Hayama Junichi per l’episodio 71:
ここで拳をにぎる
アクションにしてください!!
Qui stringe il pugno
Animatelo, per piacere!
- Genga
Costituenti la prima effettiva fase di disegno di un Frame, i Genga (chiamati Key-frame nelle produzioni occidentali), sono le basi-guida di animazione su cui si fonderanno tutti i lavori successivi degli addetti ai lavori.
Partendo da una sequenza di Genga formata da un determinato numero di disegni, sarà possibile ricreare un’animazione completa che integri i primi a dei nuovi disegni, specifici dei movimenti (i Dōga)-
I Genga così i Dōga hanno dei riferimenti di sequenza scritti all’interno del foglio, così da rendere chiaro la loro posizione durante la messa in scena.
- Riferimenti di sequenza
Come è possibile notare ogni disegno (Genga o Dōga che sia) presenta un riferimento sequenziale formato da una lettera (A, B, C o D) e da un contrassegno numerico.
Il numero cambia a seconda della quantità di sequenze da cui è formata la scena (l’ultimo Frame di una sequenza numerica è distinto dalla parola END), mentre le lettere si riferiscono ai piani del disegno quando questo sarà trasposto su Cel.
A – La lettera A distingue il primo piano del disegno, vale a dire il personaggio principale o il suo corpo. Se la scena prevede che il personaggio si muova costantemente, tutto il disegno verrà creato su questo piano.
B – Il secondo piano. Può far riferimento al personaggio secondario presente nella stessa inquadratura del principale o ad un movimento secondario del personaggio principale. Nel secondo caso, la parte del corpo che generalmente viene animata in questo piano è la bocca, che si muove sulla base fissa del volto del personaggio.
C – Il terzo piano dell’animazione. In questo possiamo trovare animati o movimenti secondari del personaggio principale diversi da quelli del secondo piano (ad esempio, un movimento del braccio del personaggio mentre questi parla verrà animato in C, mentre la bocca in B) o i movimenti secondari principali del personaggio in secondo piano (la bocca).
D – L’ultimo piano e uno dei più rari da trovare in un’animazione per la serie TV. In D troviamo i movimenti del corpo del personaggio in secondo piano corrispondenti al piano C del personaggio in primo. Il più delle volte, comunque, i movimenti secondari del personaggio in secondo piano vengono quasi sempre uniti tutti in C senza ulteriori suddivisioni.
Altro riferimento di sequenza
Tome (止め) – Anche riportato come 止, questo riferimento sequenziale viene utilizzato per le scene statiche. “Tome” in giapponese, infatti, significa “fermo”. Non gli viene affiancato alcun numero in quanto non necessario.
- Correzione dei Genga
Il Sakkan che non vede rispettato tanto il suo stile quanto la sua visione della scena nel Genga ultimato dal Genga-man, apporta correzioni in grado di ristabilire omogeneità al disegno finito.
Le modifiche possono interessare poche porzioni del Genga (come nel caso di Bat sotto riportato) sia il disegno nella sua quasi totalità (Kaiō). In entrambi i casi, il direttore delle animazioni segnerà questi miglioramenti su un foglio sottile di colore giallo, in modo da far risultare più visibili sul tavolo luminoso le modifiche da apportare al disegno quando questo passerà sotto le mani dei Dōga-man.
Nel caso della serie Hokuto no Ken, in tutti gli episodi da lui diretti, Suda Masami era sia Sakkan che responsabile dei Genga.
Quando invece il Sakkan e il Genga-man sono la stessa persona, il passaggio delle correzione sul foglio giallo viene ovviamente saltato e le modifiche sono apportate direttamente sul Genga stesso (come è possibile capire, ad esempio, grazie alle cancellature della mano e del braccio nei Genga di Shin).
- Dōga
I Clean-up dei Genga. Il movimento inizialmente suddiviso in immagini fisse e di riferimento per gli animatori, diventa infine uniforme e unito proprio da questi disegni intercalatori. Non a caso la traduzione letterale del termine giapponese significa “disegno dei movimenti” o “disegni in movimento” (il corrispettivo termine occidentale è di uguale significato e corrisponde a “in-between animation”).
È importante comunque spiegare che un Genga darà sempre origine a un Dōga, mentre questi ultimi non avranno sempre un Genga di riferimento.
Per meglio spiegare, se si prende come esempio la sequenza sotto riportata (originalmente di 6 Dōga, ma limitata a 5 per motivi di spazio) possiamo immaginare che i Genga della scena prendevano come riferimento unicamente tre momenti chiave: Kenshirō in primo piano frontale – primo Genga; Kenshirō che porta il pugno davanti al proprio volto – secondo Genga; Kenshirō che porta a segno il colpo – terzo Genga.
Da questi tre disegni base, il Dōga-man deve ricreare la scena per intero, andando a riempire i vuoti di animazione tra un Genga ed un altro. Ecco quindi che si spiega la frase precedente: il Genga, come dice anche il suo nome, sarà la base per un Dōga, mentre il Dōga, in qualità di disegno dei movimenti, dovrà ricreare le animazioni dei gesti dei personaggi.
Non bisogna comunque pensare che il Dōga-man sia lasciato a se stesso per questo compito. Il ruolo del Sakkan e del Genga-man è, tra i tanti, anche quello di fornire una quantità di Genga e annotazioni sugli stessi in grado di diventare una tracciatura esaustiva della futura animazione completa che il responsabile dei Dōga dovrà completare durante questa fase.
- Genga e Dōga a confronto
Cerchiamo quindi di fare chiarezza con esempi chiari su cosa e come differiscono tra di loro i Genga e i Dōga.
A livello visivo, è possibile generalmente distinguere un Genga dal tratto veloce con cui viene realizzato. Alle volte, comunque, possono esserci dei Genga così ben fatti da poter essere scambiati per dei Dōga in quanto qualità, in questi casi bisogna dunque basarsi su altro. Lo stile di scrittura dei riferimenti di sequenza è un secondo importante fattore che permette di capire le loro differenze facilmente: se questi sono scritti in maniera quasi casuale sul foglio e con una grafia alle volte anche difficile da comprondere, allora i fogli che presentano quei riferimenti sono sicuramente Genga.
ll tratto preciso, le ombreggiature ben definite da colorazione differente e, infine, i riferimenti di sequenza posti sempre in alto a destra sono gli elementi che contraddistinguono chiaramente i Dōga.
Iniziamo analizzando con i due disegni di Kenshirō qui in basso.
I capelli e tutti i tratteggi veloci in generale non sono molto definiti, così come anche le ombre. La cura è comunque molto elevata e il tratto pulito in alcuni elementi del volto (come occhi e naso) potrebbe farlo sembrare un Dōga. Come è stato già detto, però, ciò che aiuta la decifrazione in questi casi è il riferimento di sequenza: nel primo Genga di Kenshirō questo occupa uno spazio relativamente grande all’interno della pagina, presentando anche una linea allungata all’estremità (elemento che contraddistingue la velocità con cui il riferimento è stato scritto).
Il Dōga di fianco ha invece linee molto precise in tutta la totalità del disegno. Le ombre sono chiare e nette e il tratto a matita veloce gialla del primo è sostituito da una matita blu che riempie completamente le parti in ombra del disegno. Il riferimento di sequenza è infine perfettamente in alto a destra.
Forse di ancora più facile comprensione è il confronto tra il Genga e il Dōga di Raō.
La velocità di tratto del Genga a sinistra è evidente e non lascia dubbi. Questo infatti è caratterizzato da capelli che si confondono con i tratteggi sul collo o che addirittura vengono lasciati “aperti” sul versante destro del capo, parti del vestito quasi abbozzate, ombreggiature non troppo marcate e che non danno chiari riferimenti di colore per le fasi successive. Il riferimento di sequenza, infine, è sì in alto a destra, ma la grafia è così compromessa dalla velocità con cui è stato scritto da renderlo di difficile lettura. Il Dōga è invece chiaro, definito, ogni elemento del disegno è contraddistinto da linee precise e facilmente distinguibili dalle altre. Le parti in ombra sono colorate completamente e ben marcate nei contorni, mentre le parti in luce lasciate in bianco.
Volendo semplificare ulteriormente potremmo definire il Genga frutto dell’estro artistico dell’animatore, mentre il Dōga come un semplice passaggio della catena di montaggio che era la produzione di un Anime anni ’80.
Differenze tra Cel
- Cel regolari
Il foglio di celluloide (da cui deriva il termine Cel o Celga – disegno su Cel) è un sottile foglio su cui verranno trasposti i contorni del Dōga e su cui i coloristi inseriranno il colore sulla facciata posteriore.
Una volta inseriti in un apposito macchinario, i Cel completi di sfondo diventeranno un frame all’interno dell’episodio.
Per avere maggiori informazioni relativi ai Cel, consulta la nostra Guida all’animazione.
- Pan Cel
Contrazione di “Panoramic Cel”, sono Cel più lunghi rispetto al normale che, a seconda della scena, si estendono in verticale o in orizzontale.
Il personaggio sarà seguito nell’azione da movimenti di macchina come se questa fosse su di un dolly.
- Bank Cel
Letteralmente “Cel a serie”, sono i Cel che vengono ripetuti il maggior numero di volte durante una serie e che ne diventano di fatto l’emblema.
Tra i Bank Cel più famosi vanno ricordati le trasformazioni delle protagoniste in Bishōjo Senshi Sailor Moon, i decolli e gli assemblamenti di praticamente tutti gli Anime robotici e, ovviamente, il momento in cui Kenshirō dà sfogo alla propria rabbia e si lacera i vestiti.
- Harmony Cel
Particolari fermi-immagine con la funzione di sottolineare momenti significativi nel racconto (di grande tensione o pathos, generalmente).
Rispetto ai colori vivaci usati generalmente nei Cel, sono realizzati con tinte acquarellate, quasi a richiamare le tonalità dei dipinti (da qui il termine “Harmony”- Armonia).
Se nei normali frame di un episodio lo sfondo e il personaggio sono realizzati su due fogli differenti, negli Harmony ogni elemento del disegno finale è creato direttamente su un unico foglio a cui si aggiungeva, alle volte, un Celga trasparente contenente i soli contorni del personaggio.
Cliccate qui per vedere la raccolta completa degli Harmony di Hokuto no Ken e Hokuto no Ken 2!
Differenze tra un normale Cel e lo stesso in chiave Harmony.
- Hanken Cel
Sono Cel che sono usati per la realizzazione di materiale pubblicitario.
Per quanto la procedura di realizzazione sia la medesima, questi Cel si distanziano da quelli usati nelle varie serie TV per qualità e accuratezza (ciò non significa che tutte le serie abbiano la stessa cura e che non possano esistere Cel con caratteristiche simili o persino superiori agli Hanken – basti pensare alle Harmony o i vari “Tome”).
Nel caso della serie TV di Hokuto no Ken e, più in generale, delle serie anni ’80 Toei, gli Hanken e le illustrazioni del merchandise erano affidati ad uno studio interno che lavorava distaccato dal gruppo di animatori regolari.
Ecco perché, come si può vedere nell’Hanken del Jigsaw Puzzle sotto riportato, lo stile di disegno si differenzia da quello stabilito nei vari Character design. Dagli anni ’90, invece, tutto il materiale pubblicitario è stato affidato ad Hayama Junichi, già direttore delle animazioni della serie, il quale ha contribuito a ristabilizzare la linea stilistica decisa in passato da Suda Masami.
Concludendo, come sarà ormai chiaro, non è semplice districarsi nell’animazione giapponese e nell’analisi chiara dei materiali che l’hanno fatta vivere fino all’avvento delle nuove tecnologie.
Speriamo vivamente di aver fatto comunque chiarezza su tanti dubbi che sappiamo per esperienza affollare la mente degli appassionati di questo lontano ma più che mai vivo mondo a livello collezionistico.
Crediti
Kenrico – Hokuto&JoJo (kenrico.rubberslug,com); |